Ecuador in pillole

Di ritorno dal mio viaggio estivo (ebbene si, anche i nerd, anche quelli ormai un po' umarell, viaggiano!) alcune considerazioni in oridne sparso e assolutamente non esaustive per descrivere questo fantastico paese.

- Si dice ecuadoriano, non ecuadoregno.

- Per pagare meno il volo aereo meglio viaggiare con Avianca. Solo che così facendo tocca accettare di fare scalo a Bogotà. Il che non solo significa un paio di ore in più di viaggio tra atterraggio, pausa e ripartenza, ma anche mille controlli in più alla dogana dato che si da per scontato che chi viene dalla Colombia porti con sé cocaina.

- Nonostante in molti dicano "In Ecuador in agosto? Sei pazzo. Chissà che caldo troverai all'equatore" in realtà la parte andina è a un'altitudine di 3000 e più metri sul livello del mare. Quindi fa un freddo porco (ok, 10 gradi non sono esattamente un "freddo porco", ma se arrivi dai 30 gradi dell'Italia la differenza si sente). Aggiungiamoci che, almeno per quanto riguarda le fasce popolari, non usasi riscaldare le case...

- In tema di altitudine. A 3500 metri se provate a fare gli spavaldi e non dico mettervi a correre, ma anche solo affrontare a passo spedito una salita (e ce ne sono tante), probabilmente di troverete il cuore con battiti da musica tecno.

- Pensare di farsi bevendo il famoso mate di coca è come pensare di farlo bevendo Cocacola.
Ovviamente è pieno di venditori ambulanti che te lo offrono e di turisti che se lo comprano.

- I filobus di Quito hanno una musichetta distintiva per ogni linea. Che viene emessa in continuazione. Immagino sia per annunciare il loro arrivo (ma magari il motivo è completamente diverso). Comunque una linea ha come musichetta distintiva la canzone natalizia "Rudolf the red nose reindeer". Che fa strano ad agosto.

- Nei suddetti filobus, quasi sempre affollatissimi, ci si pesta come fabbri per salire o scendere, ma sempre col sorriso sulle labbra, chiedendo permesso e scusandosi per le mazzate date.

- Le lucciole della foresta amazzonica sono lunghe tre o anche quattro centimetri, volano veloci come mosconi, hanno la luce addominale arancione e due lucette tipo fanali verdine davanti agli occhi (o sono quelle i loro occhi? Ancora non l'ho capito). Sono quasi certo siano in realtà dei Transformers o dei droni spia americani.

- Nella selva amazzonica c'è umido. Ma tanto umido (il costume indossato per un bagno nel fiume non ha dato cenno di asciugarsi in tre giorni). Però è più sopportabile della cappa umido più smog che di crea d'estate nelle città italiane.

- Niente treni in Ecuador. Il trasporto è svolto al 90% da corriere i cui autisti sono meno spericolati di quanto si potrebbe aspettarsi in america latina (in Guatemala erano parecchio più pazzi ad esempio). Le corriere hanno alcune fermate prefissate, ma spesso si può chiedere e ottenere anche fermate dove più si desidera. Il restante 10% è appannaggio dei taxi. Prendere un taxi a Quito o Guaiaquil, dove il traffico è bello intenso, è un'esperienza che induce crisi di religiosità (non a caso le fiancate sono quasi sempre una collezione di ammaccature varie).

- Le strisce pedonali sono interpretate dalla totalità degli automobilisti come bizzarre decorazioni stradali.

- Niente copyright in Ecuador. Questo comporta che potete comprade dvd di film anche recenti in ogni mercatino. Questo succede anche in Italia direte voi. Si, ma qui è legale quindi non rischiate di vedere il vostro venditore darsi alla fuga alla vista della polizia nel mezzo di una contrattazione.

- I lama non sputano. Almeno non quanto si dice in giro di loro. Ovviamente non dovete ropergli troppo le palle, ma un paio di foto a distanza ragionevole non li infastidiscono.

- Quando tornerete in Italia, se ripassate per la Colombia, aspettatevi che ogni tre passi ci sia qualcuno che vi controlla il bagaglio a mano, o vi perquisisce, o vi da un modulino da compilare, o controlla che l'abbiate compilato bene, o ve lo ritira, o vi chiama per assistere all'ispezione del bagalio spedito, o vi ferma per farvi le domande più strane.

p.s. il viaggio è stato di diciotto giorni, fatti tutti girando sui trasporti pubblici e domendo in ostelli. Solo così si vede davvero un paese, non stando nei lodge con aria condizionata e cucina internazionale :p

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